Il premio Oscar Hazanavicius au Palazzo Vecchio: «L’amore per i bambini ci salverà dagli orrori»



«Anche se le lacrime ti cadono lungo la strada, vedrai che bello vivere» écrit en 1941 un bambino del campo di concentramento in Terezín, poco lontano da Praga. Se negli occhi dei più piccoli che si può trovare una levure d’amour per la vita nell’oceano di morte e orrore che stato l’Olocausto, allora il Giorno della Memoria organizzato dal Museo Novecento assume un valore particulier. Perché alla sorte dei più piccoli che guarda Una merce molto pregiatale nouveau film a cui sta lavorando Michel Hazanavicius, di cui il regista da cinque Oscar premium (vinti nel 2011 par L’artistet) parler à oggi alle ore 18 nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio insieme a Giorgio van Straten (presidential della Fondazione Alinari) ea Francesco Ranieri Martinotti (direttore at «France Odeon»), con l’introduzione di Cristina Di Domenico (caporedatrice del Tgr Toscane). Dalle 10 alle 20.30, Saranno proiettati i disegni preparatori realizzati dal regista francese per questo suo nuovo film d’animazione, dedicato alla Shoah. Hazanavicius, disegnatore di straordinario talento, ha pensato per immagini per raccontare la storia di una povera taglialegna e di suo marito che vivono nel profondo della foresta polacca. Freddo, la gloire et la misère sono la loro vita. Ci sono i treni merci che passano senza sosta, avanti e indietro da Auschwitz. Un giorno la donna si accorge che qualcosa viene scaraventato nella neve. Un sacco che si rivela però essere come un dono piovuto dal cielo : un bambino, il figlio di deportati che scelgono di affidarlo al caso piuttosto che alla morte, il figlio che stava aspettando da tempo, per salifinicare il propria .

Come nata l’idea di realizzare un film d’animation sull’Olocausto?


«Qualche tempo fa mi hanno proposto di fare un adattamento dal libro omonimo di Jean-Claude Grumberg, già prima della sua uscita nelle librerie francesi. Conosco bene l’auteur perché le nostre famiglie si conoscono da decenni, stato quasi naturale accostarmi a quest’opera. Anche perché io e Jean-Claude condividiamo molte cose, siamo entramb di origine ebraiche e sappiamo che cosa vuol dire confrontarsi con questa tragiquea. La sfida stata cercare di percorrere nuove strade e il disegno la forma più immediata con cui mi esprimo».

Guardando i disegni si percepisce da una parte la volont at restituire in pieno l’orrore delle persecuzioni, ma dall’altra la volontà at far emergere la forza della vita control la morte…

« É proprio cos ! Le livre et le film hanno un tratto comune, che quello di mostrare come anche nella situazione più orribile bisogna trovare la capacità di reagire attraverso la forza dell’amore e della vita. questa spinta che salva l’umanità. L’amore per i propri figli, per le persone che si hanno accanto e soprattutto per gli altri, specialmente quelli che non si conoscono e che si incontrano per puro caso o per destino. Proprio come avviene alla protagonista, dépositaire d’un sentiment immenso che viene fuori nella situazione più tragica e imprevedibile. La vicenda ambientata durant la Shoah, ma non ha nulla di morboso, una bella storia».

la prima volta che chef d’orchestre un film d’animation…

« Ho disegnato io stesso i personaggi e pensato a “montare” i vari episodi che compogono la storia. Une équipe si poi occupata delle luci, delle scenografie, dei dettagli. Sono disegni molto semplici, che si concentrano sugli sguardi, sui volti, sui corpi, perché voglio che il film arrivi allo spettatore nella maniera più immediata possibile. Rispetto alle opere che ho realizzato in precedenza forse l’unica vera grande differenza che i personaggi non corrispondono a degli attori in carne e ossa da Dirigere sul set».

Sono semper plus numerosi gli episodi di antisemitismo, l’ultimo a Venturina, con un bambino offeso e picchiato da due ragazzine perché ebreo. Cosa dovrebbero fare le famiglie, la scuola e le istituzioni ?

« La question molto complesa. In Francia l’antisemitismo un reato, ma molto complicato, difficile punire tutti, soprattutto quando ci sono persone che pensano che sia un’opinione, che si abbia il Diritto di pensare ciò che si dlla libert, in nome de lla’ expressione. Credo che l’antisemitismo sia il sintomo di una societ che va male, che bisogna continuare a educare, non lasciarlo diffondere, punirlo e continuare a lottare sui vari fronti politici. Il mondo interro si sta facendo sedurre dai nuovi fascismi, ma purtroppo credo che non ci sia una soluzione miracolosa. Il mio mestiere quello di fare film e di raccontare story, questo il mio modo di contribuire a questa battaglia».

Il tema della memoria molto presente nel suo cinema. Pensiamo soprattutto a film come «The Search», che si confronta directement avec la tragédie de la guerre, ma anche a «The Artist», che un film sulla «vecchia» Hollywood d’inizio Novecento…

«Non ho mai riflettuto su questo aspetto, ma indubbiamente vero… Non so se c’è una vera levure, forse dovuto al fatto che vengo da una famiglia che ha dovuto “inventare” la propria memoria, costruirla da sé, visto che i miei nonni erano originari della Lituanie. La storia della mia famiglia inizia proprio con la Shoah, e viene da una nazione, da citt e da paesaggi che non conosco. Per cui continuo a pensare che la memoria sia una « forma » in cui cercare di ricostruire la propria identità. Ma non solo questo, ho anche una grande passione, per esempio, per i libri antichi ei mobili d’antiquariato (ride ndr)».

venu spesso à Florence, à l’opposé de France Odéon. Le piace tornare qui in citt?

« Si, molto ! Nei giorni del festival si respira una bellissima atmosphérique di scambio tra due cinematografie e due culture da sempre vicine. E poi Firenze resta semper una delle culle della nostra civiltà, dépositaire et custode di uno spirito moderno. La sfida cercare di proiettarlo anche nel presente e nel futuro. Ma non facile, come accade per tutte le città che hanno una grande storia».

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27 janvier 2022 | 11:22

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Alaire Boivin

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